La fotografia di Alice Grassi è una lezione di iconografia come da Oxford Languages – ‘Il complesso dei motivi e criteri che distinguono e inquadrano l’immagine dal punto di vista culturale’. Nella definizione, l’oggetto dell’immagine è al tempo stesso necessario e accessorio, poiché l’accento viene spostato sul soggetto significante (l’artista) rispetto all’oggetto (il significato).
Paradossale, ma ovvio, dato che motivi e criteri non possono attenere che allo sguardo umano, mentre l’oggetto si limita a materializzarli. E se lo sguardo di Alice si posa sui relitti della phoenix canariensis, è perché un’elaborazione intellettuale ed emotiva, cioè una scelta culturale, lo sostiene e lo giustifica. Attraverso l’elaborazione, l’oggetto è trasfigurato in simbolo, e il simbolo iscrive nell’immagine delle phoenices uccise dal punteruolo rosso la complessità e l’universalità della comprensione critica.
Grazie allo spettacolo dello scempio, ma procedendo ben oltre, lo spettatore è condotto così a interrogarsi su cause, effetti e rimedi possibili, contingenti e sistemici; estrapolerà ciò che vede a innumerevoli altre devastazioni ambientali; e si interrogherà di conseguenza sui rischi di collasso che corre il rapporto uomo-natura in condizioni di sovrasaturazione demografica, economica e politica della biosfera.
In breve, l’iconografia di Alice non potrebbe essere più inclusiva.
Rimanendo tuttavia essenziale perché centra l’interrogativo cruciale: se l’uomo si pretende Deus in terris (e forse lo è), come può rimanerlo senza riconoscere che Deus sive Natura e quindi non vivere nel rispetto, anzi nella venerazione, di quest’altro se stesso?
BIOGRAFIA – www.alicegrassi.it
Alice Grassi è un artista multimediale interessata a progetti interdisciplinari e partecipativi e lavora spesso in collaborazione con artisti e collettivi. La sua ricerca è incentrata sul rapporto di interdipendenza tra l’uomo e il suo territorio e per questo lavora spesso site-specific. Intende la sua indagine artistica come una sorta di Soft-Act che innesca un processo di cambiamento e consapevolezza. I suoi lavori spesso si basano sulla ricerca iconografica e l’utilizzo prevalentemente della fotografia, del video, dell’installazione e la luce.
Ha partecipato a diverse mostre nazionali ed internazionali ed ha esposto in gallerie, musei e fondazioni oltre che in spazi indipendenti e non convenzionali. E’ stata selezionata per alcune residenze d’artista e parallelamente al suo lavoro artistico si occupa di insegnamento e ha curato progetti espositivi per il Capture photography festival, Vancouver, Canada.
Ha studiato all’Accademia di Brera, allo IED e alla Bauer. Tra le mostre espone presso: Fondazione Sandretto ReRebaudengo, New Music Festival, Hong Kong, PhotoVernissage, San Pietroburgo. Vince il Premio Intersection KunstArt ed ètra i finalisti del PremioCairo e PremioCeleste. E’ selezionata da J. M. Bustamante per l’Artist in residence A.C.A. Florida. Realizza, con il collettivo NonRiservato, l’installazione luminosa Borderlight. I suoi lavori sono stati pubblicati su alcuni periodici tra cui IoDonna, espone la sua ricerca fotografica “Phoenix” presso Palazzo di Lorenzo, a Gibellina, per il festival Gibellina Photoroad curato da Arianna Catania.
Recentemente è stata invitata dal FAI (fondo per l’ambiente italiano) a esporre la sua mostra personale “deus sive natura” curata da R.A. Musumeci nelle sedi storiche della chiesa s.Orsola e Palazzo Scammacca del Murgo.